The best solo album of Glenn Frey …. Strange Weather!!! My personal opinion!
My favorite tracks: “Brave New World”, “Strange Weather”, “I’ve Got Mine”, “River of Dreams”, “Long Hot Summer”, “Love in the 21st Century” and “Part of Me, Part of You” (Thelma and Louise soundtrack).
After the fantastic album “Soul Searchin'” (1988), Glenn has released a new “solo” album that I consider his masterpiece.
I remember … The Concert at Teatro dell’Elfo, 29/06/92.
Firenze, 12 giugno 1922 – Trieste, 29 giugno 2013
Si è spenta una “Stella”…… Margherita Hack !!!
RIP
Un Mito per chi come me è convinto che esistano altre forme di vita in questo infinito universo. Riusciva a spiegare cose da “extraterrestri” in maniera estremamente umana !!!
Ricordi di adolescente, dell’incanto durante le sue divulgazioni a “Il Mondo di Quark” di Piero Angela e del prezioso ripagare la mia curiosità insaziabile ed “infinita”.
Una persona capace di scappare alle lusinghe della politica, definendola “troppo complicata”. Detto da un’astrofisica sembra proprio una barzelletta.
Grazie di tutto …. per la semplicità, per lo spirito, la grande cultura, la preziosa sapienza e per l’interminabile pazienza.
Un saluto rispettoso guardando il cielo e le “sue” stelle !!!
Concerto memorabile. Band in forma, compreso Joseph. Brani ben eseguiti ed acustica accettabile.
I migliori brani eseguiti? “White Sister”, “Hydra”, “I’ll Be Over You”, “Rosanna”, “Pamela”, “99”, Hold the Line” e la fantastica cavalcata conclusiva “Home of the Brave”.
L’unica pecca, a parer mio, è che sono mancati dei brani in scaletta che ritengo determinanti.
Dal primo mitico album è stata eseguita solo “Hold the Line”, mentre il secondo album “Hydra” è ben rappresentato con ben 4 brani e questo ci stà tutto. “Georgy Porgy” – “I’ll Supply the Love” (ok, senza Bobby potrebbe essere un problema) – “Manuela Run” – “Girl Goodbye” (ci voleva Bobby).
“Turn Back” è sempre praticamente dimenticato. Eseguito solo 1 brano …. mentre mancano “Live for Today” e “A Million Miles Away”, “Gift with a Golden Gun”, “English Eyes”? Per “IV” ci sono 4 brani e ci può stare (eccetto per Africa che non la posso più sentire) mentre “Isolation” senza Fergie non ha senso. I brani migliori sono cantati (e co-composti) da lui. “Fahrenheit” aveva altri brani oltre alla mitica “I’ll Be over You” e c’era proprio Joseph Lead Vocal (“Till the End” e “Somewhere Tonight“) Inspiegabile!!!!
Arriviamo al “mio” personale capolavoro ….. “The Seventh One”. Eseguite tre songs ma rimane il rammarico per le mie personali perle “Only the Children” e “A Thousand Years“.
“Kingdom of Desire” ha due brani eseguiti ma manca la più rappresentativa …. “Don’t Chain My Heart“. Altro mio preferito è “Tambu” che non è assolutamente rappresentato. “I Will Remember“, “The Turning Point” e “The Road Goes On” sarebbero state molto gradite, soprattutto la prima.
“Mindfields” senza Bobby ….. posso capire, anhe se ci sono ottimi brani di Luke. Sorvoliamo e sorvoliamo anche sulle ultime produzioni, non c’è paragone con il passato.
In definitiva ….. il concerto avrebbe potuto durare tranquillamente circa 4/5 ore senza stancare, quindi non posso lamentarmi della scelta con l’eccezione dei brani tipici di Joseph che mi sono proprio mancati. “Only the Children” e “A Thousand Years” su tutte.
Alla prossima… che sarebbe la nona volta …. se ci daranno ancora l’occasione.
Happy Birthday … John Taylor !!!
Nigel John Taylor (20 June 1960)
Conosciuto per essere il bassista dei Duran Duran.
E’ stato artista facente parte di quell’incredibile breve progetto dal nome Power Station!!!
Robert Palmer – vocals
Andy Taylor – guitars
John Taylor – bass
Tony Thompson – drums
Mentre John Taylor ed Andy Taylor si divertivano con “Some Like it Hot”, l’altra costola dei Duran Duran (Simon Le Bon, Nick Rhodes e Roger Taylor) sofisticavano con gli Arcadia. Tutto accadeva nell’anno 1985 !!!
Happy Birthday …. Sir !!!!
James Paul McCartney (18 June 1942)
It’s a GREAT man!!!!
Non credo ci sia bisogno di presentazioni…… chi non lo conosce abita in altro pianeta.
“I Beatles sono più famosi di gesù” (John Lennon – 1966) e con questa frase si scatenò un vero “inferno”.
Buona MusicA … “senza tempo” a tutti !!!
Una delle composizioni di Paul tra le mie preferite nella versione migliore in assoluto ……. Rockshow 1976!!! Ora finalmente interamente disponibile.
The long and winding road
that leads to your door,
Will never disappear,
I’ve seen that road before
It always leads me here,
leads me to your door.
……..
Di questa perla ho già detto tutto e di più …… articolo
Forse la migliore tracks …… “Maybe” …!!!! Almeno come solista …. I suppose !!!
Maybe I’m Amazed At The Way You Love Me All The Time
Maybe I’m Afraid Of The Way I Love You
Maybe I’m Amazed At The Way You Pulled Me Out Of Time
And Hung Me On A Line
Maybe I’m Amazed At The Way I Really Need You
……
Qualche mese fa ho appreso la straordinaria notizia di un nuovo progetto discografico in cui vedeva coinvolto uno dei miei miti West Coast … Kenny Loggins. Questo progetto prende il nome di Blue Sky Riders ed il sua opera prima “Finally Home“.
Apprendo i nomi dei restanti componenti del gruppo: Georgia Middleman e Gary Burr.
Prendo ulteriori informazioni e scopro che Gary Burr è stato membro del gruppo Pure Prairie League dal 1982 al 1985. Ha inoltre scritto e prodotto numerosi lavori in ambito country per artisti di grande rilievo: Garth Brooks, LeAnn Rimes, Collin Raye, Patty Loveless, John Berry, “Bus Ride”- Suzy Bogguss, Tim McGraw, Billy Ray Cyrus, Faith Hill, Lynyrd Skynyrd. Ha prodotto parte dell’album “Back With a Heart” del 1998 di Olivia Newton-John. Georgia Middleman ha tre album all’attivo nel periodo di inizio millennio e alcune collaborazioni importanti quali Radney Foster, The Kinleys, Keith Urban, Tracy Lawrence, Sarah Buxton.
Inizio l’Ascolto appurando che tutte le tracks sono composte dal trio con pochissime eccezioni.
Scoppiettante inizio con “I’m A Rider (Finally Home)” una country/rock song molto piacevole, cantata in prevalenza da Gary Burr. Gli interventi di Kenny Loggins sono molto piacevoli ma, purtroppo, poca cosa. Si evidenzia il cambio di ritmo con il cantato di Kenny. Personalmente amo questo genere e la track la trovo molto bella. Peccato perché Kenny avrebbe potuto contribuire maggiormente …. alla grande.
“How’s That Workin’ For Ya” è una bella ballata cantata da Kenny e supportata dalle piacevoli voci intrecciate dei due restanti compari e dai vari interventi di chitarra. Richiama alcune cose dell’ultimo Kenny solista.
“Little Victories” è cantata prevalentemente da Georgia Middleman ed è una pura “Kenny Song” anche più della precedente. Molto struggente. La mia preferita ma sono molto di parte. Infatti vede la collaborazione aggiuntiva, nella sola fase compositiva, di Richard Marx, amico di Kenny. Bellissima track anche se a mio parere la Lead Vocal di Loggins avrebbe reso sicuramente meglio (chiedo umilmente perdono alla ragazza).
Buon ritmo per “Just Say Yes“, una ulteriore track dalla chiara impronta “Kenny Loggins”. Questa volta siamo nel periodo anni ’80/90. Ballabile.
“Feelin’ Brave” ha l’inizio dai sapori irlandesi e della terra di frontiera, ai margini delle prateria del West ma con un brusco “ritorno” alle sonorità tipiche anni ’70. Infatti, il richiamo al periodo Loggins & Messina è molto forte. Ci sono tutti gli ingredienti presenti in “Mother Lode”. Cambi di ritmo si susseguono a intrecci vocali e armoniosi cori, con interventi di violino e strumenti tipici country/folk. Un perla d’altri tempi.
La successiva song, “You’re Not The Boss Of Me“, cade nel banale della country pop song di mestiere ma con alcuni chiari riferimenti al passato di Kenny che un pò la salvano dall’anonimato.
Cantata prevalentemente da Gary Burr con il supporto di Georgia, “Another Spring” è una ballata country molto da chart USA. Sono i pochi interventi vocali di Kenny a renderla speciale.
“Dream” è il primo singolo estratto e risulta molto pop. Prevale la voce femminile. Molto intriganti gli stacchi. Sound accattivante. Molto bella.
Arriviamo a “A Thousand Wild Horses“, ballata di Gary con solo chitarra, voce e poco più. Kenny praticamente inesistente. Senza infamia e senza lode.
“I Get it” è una tipica canzoncina country/pop. Svetta la voce di Kenny che qua e la fa breccia nelle trame del brano. Interessante il momento di Kenny con anche un bel lavoro di batteria. Rispetto all’interezza del pezzo è poca cosa … però.
Arriviamo a “Say I Like it“, un brano che ricorda gli Eagles ultima maniera soprattutto per l’intreccio delle chitarre. Sarà anche e soprattutto per la presenza della slide di Joe Walsh in evidenza e del gradevole sax in accompagnamento. Cantata da Georgia, Kenny si sente mooooolto in lontananza nei cori di accompagnamento.
Improvvisamente ci ritroviamo immersi nel puro “Loggins sound”. “Windeer Woman” capolavoro del nostro. Interamente eseguito dalla sua voce con solo alcuni interventi in backing vocals da parte dei due “soci”.
Cosa dire? Ballata “chitarra e voce” da urlo. Ricorda gli anni d’oro e le composizioni anni 70. Perla di rara bellezza. A ribadire le grandi doti canore e di songwriter di Kenny. Perfetta!
“As Lucky Would Have It” è una track piacevole di country rock americano caratterizzata da un buon impasto vocale del trio anche se “vince” il gentil sesso. Prevale, infatti, la voce di Georgia. Stupendo l’intervento vocale di Kenny prima del piacevole intermezzo strumentale.
In “You Took The Words (Right Outta My Mouth)” prevale la voce di Garry. Pop song carina e di mestiere. Solite armonie vocali in evidenza. Bello lo stacco finale ma niente più.
Arriviamo all’ultima track ma non è una vera novità. “How About Now” è già presente sul Cd di Kenny del 2008 qui in versione country. Cantata proprio da Kenny con i soliti interventi armonici dei compagni. Preferisco la versione originale….sorry!
Registrato tra Los Angeles e Nashville, al disco partecipano, oltre al già citato Joe Walsh, diversi session man tra cui Dan Dugmore, George Hawkins Jr, Michael Rhodes, Peter Asher e Scott Bernard.
In definitiva è un lavoro molto piacevole. Chi ama veramente Kenny non sarà molto contento in quanto sono presenti diversi elementi “estranei” al mondo Loggins e più indirizzati alle chart Americane ed alla pop/country music di “mestiere”, ovvero quella che spesso si ascolta e si dimentica nel giro di una stagione.
Personalmente lo considero un ottimo lavoro, anche perché non disdegno affatto il Country/Rock anche con deviazioni pop. Apprezzo questo progetto di fusione creativa tra tre elementi diversi. Penso che vada fatto un plauso a Kenny per questa interessante iniziativa e perchè è quello che ci mette più credibilità. I veri capolavori hanno la sua netta impronta musicale, ovvero “Windeer Woman“, “Feelin’ Brave“, “Little Victories” e “How’s That Workin’ For Ya“. Consigliato agli amanti di Kenny e delle ballate West Coast sognanti. In ricordo del concerto di Milano al mai dimenticato “Teatro Ciak”.
Mi posiziono sul divano e attendo che il DVD “A Night in Paris” di Christopher Cross inizi. Non ho molte aspettative. Ho già avuto il modo di sentire Chris e vederlo dal vivo …. in DVD (“An Evening with…” and CD bonus “Walking In Avalon“, CD “The Café Caryle Sessions“) ed ho sempre preferito la purezza e raffinatezza delle composizione in studio, anche per i sessions man di altissimo livello coinvolti. Poi Christopher non è esattamente un animale da palcoscenico, anche se nessuno lo pretenderebbe. Tuttavia, con questo live, dopo una veloce presentazione della band e appena parte la musica, ci si rende conto di assistere ad un concerto straordinario.
Mi concentro sull’ascolto, anche perché le immagini, anche se ottime, risultano abbastanza statiche, e noto … sento, una qualità audio piacevolmente sorprendente. Il concerto scorre e realizzo che quello che fa la differenza non sono le solite tracks famose, ma risultano prevalentemente i brani relativamente meno di punta. Cerco di aguzzare l’udito (passatemi questo termine) e trovo la mia chiave di lettura. La band risulta più presente, maggiormente coinvolta e con “discreti” spazi di manovra. Il termine usato è appositamente tra virgolette perchè i musicisti hanno i loro giusti spazi ma mai senza esagerare e prevalere sull’amalgama complessiva dell’ottimo feeling instaurato tra i diversi componenti. Quindi, come fa il buon Chris all’inizio del concerto, presentiamoli subito: Andy Suzuki (keyboards e sax), Dave Beyer (drums), Chazz Frichtel (bass & vocals), Kiki Ebsen (keyboards & vocals) e Richie Gajate Garcia (percussion). La qualità è di altissimo livello ed il risultato è una band molto più Rock rispetto al passato. Rispetto ad altri live già sentiti, la band è più presente, coesa e meno Jazz pur mantenendo quelle tipiche sonorità raffinate. Il tutto è registrato al Trianon di Parigi nell’aprile del 2012.
Si parte alla grande con “All Right” e soprattutto con la successiva track, una bellissima versione di “The light is on“. Una delle migliori cose di questo live. Si prosegue con due eccellenti brani della recente produzione “Leave it to me“ e “Everthing” che nonostante provengano dall’ultimo album “Doctor Faith” del 2011, sembrano uscire direttamente dagli anni 80. Si prosegue con la sempre splendida “No time for talk“.
Le immagini scorrono e le casse diffondono in sequenza “When You Come Home“, anche lei dall’album “Doctor Faith”, e “Minstrel Gigolo“. Proprio con quest’ultima rientriamo nelle sonorità dell’imenso “first album” del 1979 con questa fantastica versione che da spazio alla creatività di ogni singola essenza artistica della band. Magistrale!
Scorre piacevolmente “Walking In Avalon” e si arriva all’imensa “Sailing“. Cosa dire …. anche se fatta in maniera inpeccabile, contino a preferire la “studio version” ma indubbiamente è sempre emozionante sentirla. Forse è dovuto al fatto che la song stessa non si presta troppo a particolari divagazioni possibili o interventi creativi diversi. Cosa diversa per “Never Be The Same” dove l’esecuzione Live risalta le individualità e la resa è speciale. Altro brano tra i miei preferiti di questo lavoro.
Dopo “Dreamers“, sempre dal’album “Doctor Faith” del 2011, si arriva a “Spinning” con la piacevole sorpresa di una versione molto intima e più acustica. La bella voce di Kiki non fa rimpiangere assolutamente il “Brother” Michael.
Molto bella anche la versione di “I Really Don‘t Know Anymore“. Ottima riproposizione della batteria di Dave Beyer …… perfect sound!!! In questo pezzo ogni componente trovo il suo spazio e il suo riflettore puntato. Gli nterventi vocali di Michael sono qui affidati al duo Kiki e Chazz. Molto, molto bella. C’è lo spazio anche per la chitarra “solo” di Christopher che, non dimentichiamoci, nasce come ottimo chitarrista. La metto come terza nelle preferenze del Live. Da notare che il primo album “Christopher Cross” del 1979 è qui rappresentato da ben 8 tracks sulle 9 totali che componevano il mitico esordio e sul totale di 17 brani dell’intero Live. Ben 5 brani provengono dall’ultimo album del 2011 “Doctor Faith“, mentre solo 4 songs dal resto della sua lunga discografia.
Passa egregiamente anche “November“, quinto brano da “Doctor Faith”, ed arriviamo alla pregevole “Arthur‘s Theme“.
Grande finale con “Ride Like the Wind“, brano che non ha bisogno di presentazioni. Molto energico e di grande impatto emotivo. Tutto fantastico e si arriva al bis…. “Say You‘ll Be Mine” con intro di batteria e percussioni. Degna conclusione di un bel lavoro e di un tour spettacolare. Mi viene da dire ….. “beati sono stati i presenti”. Personalemente ho mancato l’appuntament di Milano e rimarrò rattristato parecchio per questo. Compenso con questo ottimo DVD.
Tirando le somme dell’intera cavalcata Live, il suono 5.1 catturato risulta grandioso. Tutto è qualitativamente eccellente. I brani sono tecnicamente perfetti come in studio ma senza essere l’esatta riproposizione. Particolarmente piacevoli gli interventi vocali del bravo bassista Chazz Frichtel e trovo assolutamente azzeccata la scelta di affidare il difficile ruolo che fu di Michael McDonald a Kiki Ebsen. Credo che proprio le parti vocali appena descritte, la caratura tecnica della band, la dimensione più Rock che in passato, insieme alla perfetta cattura della scena sonora, sia uno dei punti vincenti di questo lavoro.
Cosa si poteva fare di più? Parlando di brani, forse ci sono assenze eccellenti. Senza citarli i brani singolarmente, basta evidenziare che molti album, e soprattutto “Another Page” del ’83 e “Back of my mind” del ’88, sono poco rappresentati in questo live. Forse sarebbe stato piacevolmente utile allungare l’ora e 37 minuti dell’attuale DVD, inserendo alcune tracks in più che facilmente saranno state eseguite … “that Night in Paris”.
In conclusione un Live che ripropone Christopher in maniera inossidabile e migliore di altre volte, come se il 1979 fosse l’anno appena trascorso. Da consigliare ….. a tutti gli amanti del genere.
I remember …. fantastic Summer !!!
“The Boys of Summer” is a song released in 1984 (“Building the Perfect Beast” album) by former Eagles vocalist and drummer Don Henley.
With Steve Porcaro (Toto ….+) synthesizer, Mike Campell (Heartbreakers ….+) Guitars – Synthesizer – percussion, Danny “Kootch” Kortchmar (Jackson Browne, Linda Ronstadt, James Taylor, Don Henley ….+) Synthesizer guitar and Larry Klein (Joni Mitchell ….+) – Bass.
Lyrics written by Henley and music composed by Henley and Mike Campbell.
Producer: Don Henley, Danny Kortchmar, Greg Ladanyi and Mike Campbell.
……….
A little voice inside my head said,
“Don’t look back. You can never look back.”
I thought I knew what love was,
what did I know?
Those days are gone forever
I should just let them go but
…………
Beautiful Song …. Great Album …. Fantastic Summer !!!!
“Parole” …. semplici, non banali e dal significato importante, direi ….. primario. Anche se non parlate ma unicamente visuali, riescono ad esprimere più di tanti lunghi discorsi. Ho avuto il privilegio ed il piacere di partecipare Martedì 11 Giugno all’inaugurazione dell’interessante esposizione di GiuseppeSchenone.
Insieme a Marina presso Nuages Via del Lauro, 10 Milano …. in scena fino al 13 luglio 2013.
Le mie “Parole” preferite?
E’ curioso ma la mia mente non è stata colpita unicamente dall’esteriorità delle lettere disegnate, intagliate, colorate e composte in box di carta. In un mondo dove la dominante è l’apparenza e l’immagine, quello che realmente ha carpito la mia attenzione è stato principalmente il profondo contenuto che va oltre alla bellezza e alla pregevole fattezza.
Per questo motivo inizio da … “PACE” con tutte le sue “sfumature” di significato che vanno da Tranquillità, passando per armonia ed arrivando al “no war”.
Continuando con … “ARTE” che in questa sterile epoca di uso e abuso televisivo, rappresenta la ricerca di momenti perduti in cui l’essere pensante aveva il tempo e la creatività per lasciare ai posteri opere di una certa rilevanza artistica. Basta citare i pazienti e meticolosi testi antichi e le miniature realizzate per decorare le lettere iniziali dei capitoli in un manoscritto. Altro che era digitale del “copia” e “incolla”.
Proseguendo … “AMORE” nelle sue innumerevoli manifestazioni ed espressioni ramificate della vita quotidiana che non risulta mai sufficiente nella reale esternazione pratica. Eppure per fare felici e soprattutto essere felici, basterebbe veramente poco.
Il percorso continua con … “NOTTE SOGNO” dai sapori vagamente romantici ed eterei, dove l’immaginazione spazia e prevalgono i caratteri moderni abbinati al fantasy.
Arriviamo a … “2013” a suggellare l’anno di particolare rilevanza socio-politica che verrà ricordato a lungo. Questa creazione, la mia preferita, è caratterizzata da colori molto vivi e dalla particolare realizzazione in blocco unico a fisarmonica. Chiuso diventa un cubotto da prendere, aprire e riposizionare a piacimento.
Segnalo … “CIAO” dai richiami africani molto personali
e anche …. “ITALIA” con i riferimenti grafici tipici.
Si notano in tutta la mostra, le diverse tipologie ed abbinamenti di caratteri, tecniche, colori e fantasie. Il fascino di caratteri perduti ma orientati al futuro o alternativamente, riadattamento moderno di caratteri antichi. Un vero studio personalizzato ed approfondito dietro ogni piccolo particolare. Tutto questo e molto altro è quanto si può apprezzare visitando la mostra “Parole” dell’Amico e Architetto Giuseppe Schenone. In questi tempi di scarso profilo creativo collettivo non è affatto poco.
I remember ….. il fantastico “Breakfast in America Tour” che Roger ha portato al Teatro Smeraldo di Milano l’11 giugno 2012. Serata indimenticabile ma conclusa con amarezza. Il mitico Teatro, inaugurato nel 1942, ha definitivamente chiuso il giorno successivo con l’ultimo spettacolo della sua gloriosa storia. L’onore e onere è toccato ai Fichi d’India.
Oltre a Roger Hodgson, in questo Teatro ho avuto il piacere di assistere a numerosi altri concerti: Jackson Browne, James Taylor, Crosby-Nash (due volte), Stephen Stills, America (due volte), Bryan Adams ….. Sono passati grandissimi artisti nazionali ed internazionali e spettacoli di estrema importanza.
Per la sua capienza abbastanza ridotta, i prezzi erano notoriamente piuttosto alti ma era dotato di buona acustica che si prestava benissimo ad esibizioni live di un certo livello.
Lo stabile è stato venduto per altri utilizzi ….. catena alimentare di punti vendita Eataly.
Che profonda tristezza e che grande vuoto per gli amanti della Musica. Toccherà annegare l’amarezza nel cibo!!!!